Processi decisionali: alcune anticipazioni
I processi decisionali costituisco uno dei momenti nodali della vite delle persone, dei gruppi di lavoro e delle associazioni. Se riportiamo l’attenzione sull’etimologia della parola ‘decidere’ ne emerge tutta l’importanza. De-cidere (lat.) tagliar via. Cosa si taglia via? Si tagliano via tutte le potenziali scelte alternative all’unica scelta effettuata tra le tante. L’atto di prendere una decisione contiene in sé un elemento quasi cruento. E si potrebbe anche dire che le persone eternamente indecise, sono coloro che non accettano di effettuare questi tagli, perché ritenuti troppo dolorosi.
E’ ben chiaro a tutti che nella vita di una persona ci sono grandi e piccole decisioni. Le grandi decisioni sono quelle che, specie in età giovanile, condizionano maggiormente il proprio futuro. La scelta del tipo di studi, le opportunità legate ai primi impegni lavorativi e professionali, come trovare un’indipendenza dalla famiglia di origine, le situazioni legate alla vita affettiva e alla formazione di una famiglia, hanno rappresentato – e ancora rappresentano alcune delle grandi decisioni. Poi ci sono le tantissime piccole decisioni a cui ogni giorno la vita, in ogni suo periodo, ci chiede di rispondere dando una risposta, e possibilmente la migliore possibile. E anche queste sono importanti e necessarie.
In questa dimensione personale, il momento decisionale ci pone in una situazione particolare, dove tenere in considerazione aspetti e informazioni che spesso non appartengono allo stesso piano di indagine. Ad esempio nella scelta degli studi possono entrare in conflitto le potenzialità occupazionali di un determinato percorso di studi, con le proprie passioni e interessi più profondi che semmai ci orientano a tutt’altro.
Quale è la scelta giusta? Queste situazioni di incertezza ci potrebbero portare a desiderare di consultare un oracolo che, con la sfera di cristallo, vede il nostro futuro per capire le conseguenze (positive o negative di una possibile scelta). Ma il più delle volte siano noi che abbiamo il compito di ‘prendere la vita nelle nostre mani’ decidendo.
In analogia anche la dimensione del gruppo ha una serie di momenti decisionali. E la vita di un gruppo è legata alla visione e agli scopi per cui si costituisce il gruppo stesso. Quegli scopi e quella visione rappresentano la ‘grande scelta’ iniziale, la direzione e la meta verso cui raccogliere e concentrare le energie dei membri di un gruppo.
Per un gruppo questa prima decisione è più facile da prendere. Poi nella gestione ordinaria della vita del gruppo sorgono continuamente necessità di prendere nuove decisioni. Cosa rappresentano? Idealmente rappresentano le correzioni e gli adattamenti di rotta che il gruppo deve fare per gestire situazioni interne al gruppo, oppure situazioni e condizioni esterne che possono interferire con la rotta iniziale, quella rotta che assicura il raggiungimento della meta comune.
In gruppo i momenti decisionali quindi sono momenti delicati e complessi dove si intrecciano indissolubilmente fattori emotivi e fattori razionali.
E quindi importante che il gruppo condivida alcune mappe di orientamento per comprendere in senso generale come districarsi in questa giungla di fattori, e al contempo utilizzare le metodologie decisionali che più si adattano alla particolare decisione da prendere.
A volte non si tiene in considerazione il fatto che esiste un ampio spettro di metodologie decisionali, ognuna con i suoi pro e i suoi contro e che il gruppo può prendere ottime decisioni senza essere sempre costretto ad esprimersi con una votazione a maggioranza. Questo, e altro ancora, sarà presentato e sperimentato nel laboratorio di Domenica 11 marzo.
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