Elementi della teoria-U per orientarci in un mondo che cambia
Abbiamo vissuto con disorientamento e paura la fase del lockdown causata dalla pandemia COVID-19. Molti hanno percepito e vissuto questo periodo come il crollo repentino del proprio mondo.
Ma il CODIV non è certo la solo fonte di incertezza. Da decenni l’umanità si trova in un vortice di emergenze e di pericoli che la sfidano nel trovare nuove soluzioni per assicurare la sopravvivenza propria e delle prossime generazioni.
In ambito organizzativo ed aziendale negli ultimo anni è stato coniato un acronimo inglese che ben definisce il mondo in cui ci muoviamo: VUCA. Si tratta in realtà di un acronimo che sintetizza Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity, traducibili in italiano con Volatilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità.
Che cosa significano?
La volatilità indica la rapidità dei cambiamenti, delle turbolenze e delle fluttuazioni, in questa situazione ogni adattamento risulta più difficile.
L’incertezza è causata dalla difficoltà di comprendere i cambiamenti, e di conseguenza la difficoltà nel prevedere il futuro prossimo. La complessità è in relazione alla numerosità dei fattori che sono parte attiva nel condizionare i nostri sistemi umani, economici e ambientali. La complessità genera ambiguità perché le informazioni spesso sono incomplete, o insufficienti, o addirittura contraddittorie. La realtà appare sfuocata e sfumata, insomma un mondo fuzzy.
Non è facile per nessuno gestire e governare un mondo VUCA.
E’ comprensibile quindi quanto sia difficile operare un cambiamento consapevole e volontario che vada nella direzione più che mai necessaria della progettazione di un mondo compatibile con le risorse disponibili sul nostro pianeta, di sistemi sociali che assicurino una distribuzione delle ricchezze più equa, che permetta a tutti una crescita umana quale base di un’esistenza piena di significato.
Tanti sono i modelli e le teorie che negli ultimi decenni hanno tentato di indicare direzioni e metodologie.
Certamente è molto interessante la U-theory sviluppata da Otto Scharmer del MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Scharmer ha cercato di capire come mai negli ultimi decenni non sono avvenuti i cambiamenti necessari ad evitare il collasso del nostro modo di vivere. Le informazioni riguardanti i rischi li abbiamo tutti a disposizione da tempo. L’umanità pur sapendo di avvicinarsi rapidamente ad un pauroso baratro, nel suo insieme non è capace di trovare la via giusta per attuare le necessarie trasformazioni e adattamenti.
Come mai? Come mai non riusciamo ad agire nei punti giusti del sistema per farlo evolverlo?
Il discorso è lungo e complesso. Uno dei punti chiave individuati da Scharmer è il passaggio da un vecchio “ego-sistema”, incentrato esclusivamente sul benessere egoistico, a un “eco-sistema”, in grado di occuparsi del benessere di tutti. Ogni metodologia, ogni tecnica che non passa nel profondo delle persone, non è in grado di operare quel salto quantico che i tempi attuali richiedono.
La teoria-U ha al suo centro l’idea che è necessario sviluppare una nuova consapevolezza che, partendo dall’individuo, si estenda ai gruppi, alle aziende, alle forze sistemiche della politica e dell’economia. Prestare attenzione al presente (presencing) è la soglia attraverso la quale gli esseri umani potranno apprendere come attualizzare il loro migliore potenziale futuro. Presencing indica quindi la capacità delle persone e delle organizzazioni di osservarsi, direi in modo analogo a quello che nelle filosofie orientali viene chiamata l’esperienza della coscienza osservante. Ma è da quel vissuto che dentro di noi, dentro i nostri movimenti un futuro libero dai vincoli del passato può prendere forma.
Che cosa ci impedisce di superare quella soglia e sentire e vedere quello che di nuovo sta emergendo?
Secondo Scharmer ci sono “3 voci interiori” che nel processo evolutivo ci ostacolano, come individui e come organizzazioni. La prima è la voce giudicante (voice of judgement) che a causa dell’ignoranza ostacola l’apertura della mente. La seconda è la voce del cinismo (voice of cynicism) che blocca la via del cuore, ci spinge a prendere le distanze, a contrapporci agli altri. L’ultima è voce della paura (voice of fear) che provoca la chiusura della volontà, con la paura di perdere ciò che abbiamo e ciò che siamo.
La teoria U afferma che solo superando l’ostacolo rappresentato dalle 3 voci le persone, le organizzazioni, la società potrà ad un futuro sostenibile. Se senti che gli argomenti ti attirano e vuoi farne un’esperienza diretta puoi partecipare al workshop “Visioni emergenti dal vortice del cambiamento” che si terrà Domenica 13 Settembre 2020 a Spezzola.
Link per ulteriori info sul workshop:
https://www.alberodellavita.bo.it/2020/07/25/workshop-visioni-emergenti-dal-vortice-del-cambiamento/